Qualcosa deve succedere in Myanmar
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https://ogzero.org/studium/burma-blue-riavvolgere-il-nastro-dalla-fine/ Una svolta complessa in un mondo articolato. La giunta sta perdendo la guerra; alcune milizie controllano fette di territorio periferico sempre più ampie; gli interessi cinesi sono relativi al...
show moreUna svolta complessa in un mondo articolato.
La giunta sta perdendo la guerra; alcune milizie controllano fette di territorio periferico sempre più ampie; gli interessi cinesi sono relativi al passaggio di merci e chiunque glieli assicuri ha il placet di Pechino, mentre la giunta ha bisogno della Cina per poter sopravvivere e far affari che la mantengono al potere. Invece da ottobre si va sempre più estendendo la crisi di Tatmadaw (soprattutto militare), ma anche per la resistenza le cose non sono facili per le differenze tra le svariate milizie con interessi i più disparati e le sfumature separatiste, le più variegate; e anche il coordinamento è difficilissimo per le enormi diversità tra etnie anche e soprattutto le più numerose (Kachin, Bamar, Arakan…), ciascuna con riferimenti interni ed esterni in contrasto tra loro. Un panorama che può spingere alla cantonalizzazione del Myanmar. Ciascuno specializzato in un campo: metanfetamine,legname, cyber-crime, economic-crime, traffico di esseri umani… la mappa delle scam-city è in formazione e comincia a delinearsi.
Emanuele Giordana e Massimo Morello, tra i massimi esperti di Sudest asiatico, formano un acoppia eccezionale per scattare alcune istantanee della situazione birmana durante i rovesci militari della giunta militare che hanno provocato un riequilibrio regionale, perché il cambio del controllo di intere regioni può convincere Pechino a riorientare i propri affari su chi detiene quel tipo di controllo... attualmente le milizie "etniche". Soprattutto nel Nord del paese, proprio al confine cinese (e indiano).
Alla Cina interessa esclusivamente l’uso del territorio birmano per avere uno sbocco al Golfo del Bengala che oltrepassi lo Stretto di Malacca, risparmiando miglia di navigazione attraverso infrastrutture terrestri che portino dallo Yunnan ai porti birmani, che corrano a fianco dell’oleodotto.
Voci sempre più insistenti – di provenienza disparata – sebbene nell’ambito dei birmani abbienti fuorusciti – stanno dando Min Aung Hlaing come destituendo – almeno dalla carica di comandante militare, considerandolo responsabile dei rovesci sul fronte – e quindi molto gradualmente potrebbero esserci intorno al terzo anniversario del golpe delle svolte che possono portare a cambiamenti politici abbastanza sostanziali. Non a rivoluzioni, ma riaperture simili a quelle avvenute nei decenni scorsi.
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