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LearnCast (LearnFast), il modo più semplice e veloce per apprendere tramite podcast.
6 MAR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi è lo Smart Working.
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Trascrizione del podcast:
Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi è lo Smart Working.
Gli effetti della pandemia Covid-19 hanno messo a dura prova gli individui e il loro modo di stare insieme, passando per una gestione più agile anche del lavoro in presenza. Questo ha reso possibile il potenziamento dello Smart Working per l’organizzazione del lavoro, sia in ambito privato che in ambito pubblico.
Nella timeline che ha riguardato gli eventi che si sono succeduti nel periodo emergenziale sul tema dello Smart Working, il primo posto è occupato dalla Direttiva 2/2020 del Ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, intervenuta per disciplinare lo Smart Working all’interno delle Pubbliche Amministrazioni, e arrivando ad ammettere all’articolo 3 che “il lavoro agile dovrà diventare la modalità ordinaria ed essere esteso anche ad attività escluse in precedenza”. A garanzia di questa azione immediata e decisamente innovativa, è stata inoltre resa disponibile una Guida pratica al lavoro agile nella PA volta ad accelerare l’applicazione del lavoro agile nella PA durante l’emergenza.
A seguito di queste prime indicazioni, il Decreto-legge n.18/2020 (cosiddetto Decreto “Cura Italia”) conferma lo strumento dello Smart Working come forma organizzativa da potenziare quanto più possibile, limitando la presenza negli uffici pubblici alle sole attività che non possono essere svolte da remoto.
Infine, con il Decreto Rilancio è stato introdotto il POLA, Piano organizzativo per il lavoro agile che ogni Amministrazione è tenuta a presentare entro il 31 gennaio di ogni anno. Si tratta di un documento strategico per mettere a punto il lavoro agile tenendo conto delle esigenze e caratteristiche di ciascuna PA ma anche dei servizi resi ai cittadini.
Sono pronti i dipendenti pubblici a questo nuovo approccio? Secondo l’indagine di FPA “Strategie individuali e organizzative di risposta all’emergenza” sembrerebbe proprio di sì! Infatti, il bilancio dello Smart Working “forzato” nella PA pare sia stato positivo: l’88% dei dipendenti lo ha giudicato come un’esperienza di successo, preziosa una volta tornati alla normalità, mentre il 69,5% dei rispondenti ha dichiarato di aver potuto organizzare e programmare meglio il lavoro e il 34,9% di aver lavorato in un clima di maggior fiducia e responsabilizzazione.
Vuoi approfondire il tema e potenziare le tue competenze sullo Smart Working? Visita fpadigitalschool.it oppure scrivi a fpadigitalschool.fpanet.it!
13 MAR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
La puntata di oggi è dedicata ai servizi pubblici digitali.
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Trascrizione del podcast:
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Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi è Servizi publici digitali.
Durante l’emergenza sanitaria Covid-19, gli ambienti digitali per l’erogazione di servizi pubblici, come ad esempio l’App IO, sono diventati il primo luogo per l’interazione con i cittadini. L’App, disponibile su tutti gli store e pensata per semplificare e rendere unico il punto di accesso a tutti i servizi della PA, permette infatti ai cittadini di accedere ai servizi che tutti gli Enti pubblici offrono attraverso un unico canale, accessibile da mobile. Il criterio di punto di accesso unico ha favorito, nel periodo pandemico, l’ottenimento di supporti e incentivi in poco tempo garantendo la sicurezza dei dati dei richiedenti.
Il primo incentivo post-Covid messo in pratica sull’App IO ha riguardato, a luglio 2020, il Bonus Vacanze. Previsto dal Decreto Rilancio, il Bonus ha offerto un contributo con massimale fino a 500 euro da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast in Italia.
Seconda iniziativa, ancora attiva, inaugurata sull’App è stata Italia Cashless, piano di Governo per incentivare l’uso di carte e App di pagamento, al fine di favorire lo sviluppo di un sistema più digitale.
Il meccanismo del Cashless rende possibile ottenere il rimborso del 10% sull’importo degli acquisti effettuati con carte o App di pagamento in negozi, bar, ristoranti e supermercati per un minimo di 50 pagamenti a semestre, e fino ad un massimo di 300 euro di rimborso annuo complessivo.
Il sensibile aumento di download dell’App IO negli ultimi mesi è una dimostrazione della necessità di far accompagnare l’azione amministrativa da un criterio di reale utilità dell’utente. Il meccanismo di legare l’utilizzo dell’App IO all’ottenimento di “premi” e agevolazioni, infatti, ha contribuito ad accorciare la distanza tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini, soprattutto in termini di bilanciamento tra l’offerta di servizi digitali, in Italia molto alta, e la reale domanda degli utenti, ancora sotto la media europea secondo l’indice DESI.
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20 MAR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi è il project management.
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Trascrizione del podcast:
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Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi è il project management.
Conosci il project management e le tecniche che ne fanno parte? Si tratta di una materia che indaga il miglior approccio adatto a gestire persone e risorse disponibili in relazione a un obiettivo da raggiungere. A partire dalla metà del secolo scorso si sono sviluppati diversi modelli e approcci poi evoluti nel tempo, di cui tre possono essere definiti come principali: l’Approccio Waterfall, l’Approccio Lean e l’Approccio Agile.
L’approccio Waterfall, traducibile come modello “a cascata”, ha avuto il suo maggiore sviluppo intorno agli anni ‘60 e ‘70. Questa metodologia è nota per la sequenzialità e la linearità con cui distribuisce tutti i passi che occorrono per raggiungere un obiettivo che si è in grado di definire nei minimi dettagli fin dall’inizio del progetto stesso. Questo approccio viene definito “a cascata” perché nessuna delle fasi di cui si compone può essere eseguita prima che la precedente sia dichiarata conclusa.
L’approccio Agile nasce nel 2001 come risposta di alcuni project manager operanti nel campo dell’industria software alla rigidità del Waterfall, ed è un tentativo di superare i suoi limiti. L’approccio agile enfatizza la rilevanza di poter avere la massima flessibilità. Per questo si inizia con una versione “minima” dell’output previsto, iniziando poi ad arricchire lo stesso in iterazioni successive che vengono eseguite all’interno di cicli di lavorazione fissi e regolari, detti “sprint”. Alla fine di ogni sprint, congiuntamente con il “cliente” (ovvero il destinatario dell’output che si sta realizzando) si valuta quanto fatto e si eseguono i test delle funzionalità rilasciate, al fine di individuare subito eventuali difettosità o necessità emergenti che impongono di riordinare le priorità del progetto e possono essere incorporate nell'esecuzione dello sprint successivo.
Infine, l’approccio Lean è considerato come una filosofia di gestione dell’azienda e dei processi intenta a creare il massimo valore per il cliente al minimo costo, riducendo tempo ed energia, e ponendo nell’iterazione dei processi la chiave per il perfezionamento di un flusso produttivo.
Per alcuni versi, Approccio Agile e Lean sembrano molto simili, ma non vanno confusi. Come spiegato da Régis Medina, “agile si focalizza sulla costruzione di prodotti adeguati in ambienti ad elevata incertezza, mentre lean utilizza pratiche che consentono di sviluppare le giuste competenze per minimizzare gli sprechi nei processi produttivi". Quindi, nonostante lean ed agile siano basati su principi comuni, essi vanno tenuti ben distinti. Mentre l’approccio agile trova applicazione solo in progetti che producono output intangibili (es. la produzione di un software), l’approccio lean viene di solito implemento nelle organizzazioni manifatturiere e può essere utilizzato in tutta l'organizzazione, dal livello di progetto o di gruppo fino al livello organizzativo.
27 MAR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda i fondi europei per il rafforzamento della capacità organizzativa.
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Trascrizione del podcast:
Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda i fondi europei per il rafforzamento della capacità orgnizzativa.
Il 17 dicembre 2020 è stato adottato il Regolamento europeo 2093 che approva il quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2021-2027. Esso si concentrerà in particolar modo sul supporto agli Stati membri dell'UE ad affrontare le conseguenze della crisi COVID-19, rafforzando in tal modo la modernizzazione e la resilienza, transizione verde e digitale.
Nello specifico, si tratta di 1.074,30 miliardi di euro, di cui l’Unione Europea destinerà
132,8 miliardi di EUR al settore di spesa del mercato unico, dell'innovazione e del digitale
377,8 miliardi di EUR alla coesione, alla resilienza e ai valori.
Per sfruttare appieno il potenziale del bilancio dell’Unione Europea e mobilitare gli investimenti, è stato attivato uno strumento europeo di emergenza per la ripresa (“Next Generation EU”) del valore di 750 miliardi di euro. Si tratta di un massiccio piano di investimenti tutto orientato alla ripresa, alla ricostruzione ed allo sviluppo che unisce misure temporanee a strumenti di più ampio respiro la cui programmazione e concreta attuazione è principalmente concentrata in pochissimi anni.
In questo quadro, l’Italia beneficerà di importanti risorse finanziarie attraverso i fondi strutturali attuati con i Programmi Operativi, nonché dispositivi finanziari innovativi come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il tema della capacità amministrativa diventa particolarmente strategico. Rafforzare la pubblica amministrazione richiede di intervenire contemporaneamente su tre dimensioni: personale, processi e strumenti.
Sul personale, attraverso misure volte alla valorizzazione del lavoro agile e di nuove forme di organizzazione del lavoro pubblico finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro; sui processi, attraverso interventi di semplificazione e razionalizzazione ed infine, sugli strumenti, finalizzando il percorso di trasformazione digitale e di modernizzazione della PA.
Ma nell’ammontare di risorse finanziarie europee descritte, dove rinvenire risorse destinate al rafforzamento della capacità amministrativa nei termini sopra descritti? Per intervenire sul rafforzamento della capacità amministrativa si potrà far ricorso al Technical Support Instrument 2021-2027, ossia uno strumento a gestione diretta della Commissione Europea che richiede, per l’assegnazione delle risorse, che vengano pubblicati specifici avvisi per la presentazione di proposte progettuali e quindi attuato con una modalità partecipativa concorrente, ma la scatola programmatica di riferimento resta il Recovery and Resilience Facility (RRF), che, viene attuato attraverso il PNRR e che prevede, nella versione di recente presentata al Parlamento, importanti azioni di rafforzamento della PA anche dedicate alla valorizzazione del lavoro agile e di nuove forme di organizzazione del lavoro pubblico finalizzate alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro.
Il Technical Support Instrumento si sostituisce, di fatto, a quanto disposto dall’Obiettivo Tematico dedicato (OT 11 “Migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione”) che ha condotto in Italia all’adozione del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, nonché ai Programmi Operativi Nazionali (PON) e Regionali (POR).
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3 APR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda i piani di gestione della comunicazione nel project management.
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Trascrizione del podcast:
Sapevi che, secondo il Project Management Institute, le organizzazioni che riescono a ottenere alti livelli di performance complessiva utilizzano veri e propri piani di comunicazione, efficaci per la messa in condivisione delle conoscenze nel gruppo di lavoro e verso il cliente?
Vediamone insieme le caratteristiche principali.
Prima di tutto, cosa si intende per piano di comunicazione? Si tratta di uno strumento che consente di condividere le informazioni relative a un progetto
Internamente, tra i membri di un gruppo di lavoro
Alle persone esterne al progetto, che condividono la stessa visione (come l’organizzazione);
E gli eventuali destinatari o clienti interessati al progetto.
Il Piano, inoltre, stabilisce linee guida chiare su
Chi ha la responsabilità di condividere le informazioni;
In che modo;
E quali informazioni sia il caso di condividere o tenere riservate.
Ma come si crea un piano di comunicazione efficace? Ecco cinque passaggi chiave per la sua creazione:
In primo luogo, è importante descrivere il piano per grandi linee, comprese le motivazioni della sua esistenza e con la descrizione di massima su come sarà implementato all’interno del progetto;
A seguire, è importante delineare gli obiettivi e le aspettative di ciò che si vuol raggiungere con il progetto, dividendo il piano in linee di attività, e facendole seguire da output precisi. In ogni progetto, infatti, è possibile che esistano obiettivi differenti che possono dover esser raggiunti con modalità, strumenti e responsabilità differenti;
La comunicazione, poi, non può arrivare da una sola persona durante tutto il progetto. Vanno quindi definiti chiaramente tutti i ruoli e le relative responsabilità di comunicazione;
Quali strumenti si utilizzeranno e come un messaggio verrà consegnato, poi, sono aspetti che variano da progetto a progetto. Gli strumenti ed i metodi preferiti dovrebbero essere quelli in cui il gruppo ricevente avrà le migliori possibilità di comprendere ciò che si sta loro comunicando. Spesso, infatti, si commette l’errore di prendere in considerazione solo le peculiarità di chi deve trasmettere la comunicazione. È fondamentale, invece, tenere sempre in considerazione il ricevitore quando si sviluppa il contenuto della comunicazione e il metodo con cui il messaggio verrà consegnato;
Infine, è importante monitorare e analizzare il piano a intervalli regolari. Durante il ciclo di vita del progetto è importante vedere cosa funziona, cosa no, e quali modifiche sono necessarie. Inoltre, è utile chiedere alle parti interessate e al team il loro contributo e documentare le scoperte per migliorare i piani futuri.
Avere un piano di comunicazione di progetto farà risparmiare un sacco di grattacapi e di dubbi e darà al progetto maggiori possibilità di successo.
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10 APR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda le competenze trasversali.
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Trascrizione del podcast:
Ti hanno mai detto che, come diceva Albert Einstein, non è possibile giudicare un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi? Sembra un’affermazione semplice e immediata, eppure qualche volta capita a ognuno di noi di sentirsi insicuro o inadatto all’azione che sta compiendo. Questa particolare percezione è data dal nostro senso di autoefficacia.
Nel 2000, lo psicologo canadese Albert Bandura ha definito l’autoefficacia come una “convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare le azioni necessarie a gestire adeguatamente le situazioni”, considerando
Le proprie competenze
L'autostima
E l’obiettivo da raggiungere
Si tratta di una consapevolezza che maturiamo nel tempo, e non tutti allo stesso modo! Ognuno di noi, infatti, vive contesti e ambienti molto diversi nel corso della vita, e sviluppa in maniera unica il proprio Locus Of Control (ovvero il “luogo del controllo”), che si identifica con la relazione di causa-effetto tra le proprie azioni e le conseguenze che hanno. A esempio, quando c'è la convinzione che il successo o l’insuccesso dell’attività che si sta compiendo dipenda soprattutto dalle proprie competenze e capacità, si parlerà di Locus Of Control Interno. Opposto a questo atteggiamento è quello di Locus of Control Esterno, che attribuisce invece a fattori esterni l’ottenimento o meno di un risultato.
I processi fisiologici, emozionali e affettivi influenzano il nostro senso di autoefficacia. Attraverso coinvolgimento delle emozioni, saremo più o meno portati a gestire una situazione stressante, e saremo naturalmente portati a scegliere alcune attività verso cui ci si sentiamo più capaci. Questi processi contribuiscono a definire l’identità di ciascuno di noi, attraverso un processo di auto monitoraggio, definito anche cognitive self-management!
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17 APR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda i dati aperti della pubblica amministrazione.
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Trascrizione del podcast:
Per dati di tipo aperto si intendono quei dati che, contemporaneamente, soddisfano alcune precise caratteristiche:
Sono dati disponibili secondo i termini di una licenza o di una previsione normativa che ne permetta l’utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali, in formato disaggregato;
Sono accessibili attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, comprese le reti telematiche pubbliche e private;
Sono resi disponibili gratuitamente attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, comprese le reti telematiche pubbliche e private, oppure sono resi disponibili ai costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione salvo eccezioni.
In altre parole, i dati aperti restituiscono informazioni di una qualità abbastanza alta da poter essere riutilizzati per gli scopi più differenti, ammessi obiettivi commerciali.
Per esempio, l’accesso libero ai dati aperti permette ai cittadini di
Conoscere gli orari dei mezzi pubblici in una città, a livello regionale e nazionale;
Monitorare e verificare i dettagli dei bilanci approvati dai Comuni, che sono tenuti a pubblicare in Open Data le voci di spesa effettiva delle risorse pubbliche;
La qualità dell’aria e della CO2 che respiriamo nelle nostre città.
La PA produce, gestisce e conserva un enorme patrimonio di dati. Parte di questi dati pubblici vengono prodotti come fine ultimo dell’azione amministrativa e parte sono invece un prodotto secondario rispetto ai servizi pubblici offerti (ad es. I Dati sul trasporto pubblico).
Le PA possono mettere questo patrimonio informativo pubblico a disposizione di tutti i soggetti esterni, che siano imprese, cittadini, associazioni di categoria, contribuendo allo sviluppo economico e sociale.
Vuoi approfondire il tema e potenziare le tue competenze sui dati aperti nella pubblica amministrazione? Visita fpadigitalschool.it oppure scrivi a fpadigitalschool@fpanet.it!
24 APR 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda i dati aperti della pubblica amministrazione.
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Trascrizione del podcast:
Perché il settore documentale informatico subisce costanti ritardi e criticità? Secondo Mariella Guercio, docente e referente scientifica per FPA sulle tematiche di gestione documentale, esistono tre ragioni:
In primo luogo, il costante aggiornamento dell’impianto normativo di riferimento, a partire dal Codice dell’Amministrazione Digitale. Quest’ultimo, oggetto di continui aggiornamenti da quando è stato approvato nel 2005, non è stato accompagnato da indicazioni operative e di supporto di univoca interpretazione;
In secondo luogo, i sistemi di gestione documentale contemporanei presentano una grande quantità di dati e documenti frammentati, su cui c’è ancora poca collaborazione e formazione specifica;
Infine, una forte lacuna, all’interno delle pubbliche amministrazioni, in termini di conoscenza tecnica in merito alla tecnologia disponibile.
Ma quali sono le competenze utili lavorare sulla trasformazione digitale del settore documentale informatico? Possiamo riassumere tre categorie di competenze cruciali:
Per cominciare, abbiamo bisogno di professionisti in grado di interpretare le regole della complessa produzione documentale informatica e di applicarle con sicurezza all’interno dell’ente;
A seguire, è necessario limitare la proliferazione di documenti e archivi;
Infine, è importante saper individuare le tecnologie adatte ai bisogni di gestione, tenuta e fruizione delle fonti documentarie e di verificare con strumenti di autovalutazione la congruità degli applicativi esistenti, definendo i requisiti funzionali obbligatori necessari all’aggiornamento dei sistemi.
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8 MAY 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
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Il tema di oggi riguarda i dati aperti della pubblica amministrazione.
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Trascrizione del podcast:
Nell’era digitale, e ancora di più a partire dagli eventi del 2020, le pubbliche amministrazioni hanno accelerato i meccanismi di accesso diffuso ai servizi da parte dei cittadini anche online, con l’evoluzione verso il concetto di digital only, con servizi digitali progettati e pensati per essere fruiti digitalmente in maniera accessibile da tutti. Questo, soprattutto al fine di favorire sempre di più la centralità del cittadino, seguendo i principi dello human-centred design, ovvero un approccio progettuale che mette al centro della progettazione le persone, individuate come fruitrici principali di un servizio digitale (come siti web, app per dispositivi mobili, e molto altro).
La valorizzazione di tale approccio nella produzione i servizi digitali della pubblica amministrazione è ritrovabile nel Piano Triennale per l’Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni, all’interno del quale vi è il rimando alle linee guida per il design dei servizi digitali della PA. Si tratta di uno strumento di lavoro per la Pubblica Amministrazione, e servono a orientare la progettazione di ambienti digitali fornendo indicazioni relative al service design, alla user research, al content design e alla user interface.
Secondo le Linee Guida per il design dei servizi digitali della PA è fondamentale che un servizio digitale sia accessibile ma anche usabile, ovvero che possa essere usato da tutti con efficacia, efficienza, e soddisfazione nel proprio specifico contesto d’uso. La loro progettazione, infatti, deve essere guidata dall’analisi e dalla conoscenza articolata dei bisogni, delle caratteristiche degli utilizzatori e dei contesti d’uso. Nella progettazione è necessario pensare a chi utilizzerà realmente il servizio, e il modello di riferimento del progettista deve coincidere con quello dell’effettivo utilizzatore, nonché provvedere a specifici test utente per la messa al regime del servizio. Le metodologie HCD e il Protocollo eGLU, redatto dal Gruppo Lavoro Usabilità della Funzione pubblica, sono gli strumenti guida per ottenere servizi veramente usabili e a misura del cittadino.
Vuoi approfondire il tema e potenziare le tue competenze digitali? Visita fpadigitalschool.it oppure scrivi a fpadigitalschool@fpanet.it!
15 MAY 2021 · Learn Cast, Learn Fast con FPA Digital School!
Ogni sabato, un contenuto formativo gratuito in podcast: pochi minuti utili a non restare indietro sul tema dell’innovazione digitale e organizzativa nella PA.
Il tema di oggi riguarda il ruolo del Responsabile per la Protezione dei Dati nell’ambito del GDPR.
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Di che tipo di figura si tratta? Il Responsabile per la Protezione dei Dati è una figura deputata a stimolare il corretto adeguamento alla normativa in materia di protezione dei dati personali, sebbene il Regolamento non espliciti nel dettaglio requisiti o certificazioni per tale figura.
Il Responsabile per la Protezione dei Dati (conosciuto anche come DPO) opera individualmente all’interno dell’organizzazione, rendendo talvolta più difficile ottenere i risultati di tutela previsti dal Regolamento. Per superare questa difficoltà, il 15 giugno 2018, su iniziativa di alcuni Responsabili per la Protezione dei Dati delle Autorità amministrative indipendenti, si è tenuta a Roma una prima riunione collettiva dei Responsabili. La nascita del Network si basa sulla convinzione che lavorare insieme rappresenti il modo migliore per affrontare il cambio culturale e di strategia organizzativa richiesti dal Regolamento. Ne costituisce diretta dimostrazione, in particolare, la scelta, portata avanti con determinazione dal Network, di farsi direttamente carico di organizzare seminari formativi rivolti a tutti i dirigenti delle Organizzazioni partecipanti e di condividere il proprio know-how.
Vuoi approfondire il tema e potenziare le tue competenze sul tema del trattamento dei dati personali? Visita fpadigitalschool.it oppure scrivi a fpadigitalschool@fpanet.it!
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